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ARTICOLO TRATTO DA "IL CITTADINO" DEL 02/7/2011 - Non più solo vini banini alla Rassegna

  
Una decisione accolta con perplessità dai sindaci di Graffignana e San Colombano: «A rischio la promozione della collina»
Non più solo vini banini alla Rassegna
I ristoranti potranno proporre altre produzioni, ma è polemica
 

San Colombano La rassegna gastronomica del Lodigiano organizzata da Provincia di Lodi e Strada del vino San Colombano e dei sapori lodigiani volta le spalle al vino di San Colombano. Dopo 22 edizioni, la prossima rassegna in scena in 28 ristoranti a partire dal primo ottobre non presenterà in tavola soltanto il vino del territorio: al San Colombano potranno essere affiancati i vini della Lombardia.Una decisione accolta con perplessità e malumore tra le istituzioni della collina, mentre le cantine banine confidano comunque nella capacità di imporsi sul mercato. «Non entro nel merito tecnico o commerciale della scelta, ma mi limito a osservare che in termini di promozione del territorio mi sembra un grosso errore», commenta Marco Ravera, sindaco di Graffignana unico paese della provincia di Lodi a vantare etichette di vino doc, sebbene non ci siano cantine. Il quotato Trianon della Poderi di San Pietro viene lavorato da uve coltivate in territorio di Graffignana. «Non conosco le ragioni per cui si è presa questa decisione, ma non puntare sul vino doc del territorio mi sembra una scelta poco lungimirante - continua Ravera -. Promuovere il vino San Colombano significa promuovere la collina e il parco. Quando i milanesi a tavola si troveranno il vino dell’Oltrepò penseranno ad andare sulle colline dell’Oltrepò, non a tornare in collina». Posizione analoga è espressa dal comune di San Colombano, attraverso le parole dell’assessore all’agricoltura e al parco Davide Panzetti. «Magari il sistema della Rassegna permetterà di ovviare a questo scivolone, ma in termini di valutazione politica, la promozione del territorio dove è? - si chiede l’assessore -. La questione è il segnale che si lancia all’esterno, che non è quello di puntare insieme sulla valorizzazione delle tipicità del territorio. Tra l’altro stupisce che questa decisione, sulle cui motivazioni sarà necessario un approfondimento, passi sopra la Strada del vino. Si chiama Strada del vino San Colombano e dei sapori lodigiani: questa scelta deve aprire una riflessione profonda sul senso di questa istituzione, che non promuove il San Colombano». Meno polemiche le cantine, a partire dalla Nettare dei Santi da sempre presente in rassegna. «Non tutti i mali vengono per nuocere, forse - dice Gianenrico Riccardi della cantina Riccardi -. Come scelta di promozione è molto discutibile, ma in passato molti ristoratori proponevano vini banini di fascia bassa per mantenere il menu a prezzo fisso in termini accettabili. Oggi potranno proporre anche bottiglie di fascia alta, e sono convinto che per il rapporto e la conoscenza che c’è, alla fine i ristoratori proporranno comunque il San Colombano». Di analogo tenore la considerazione di Modesto Volpe, patron della Poderi di San Pietro, tra l’altro produttore dell’unico doc della provincia di Lodi. «I vincoli non sono mai positivi sul mercato - spiega Volpe -. Sarà il mercato a dire se la scelta è stata positiva o meno». Andrea Bagatta



 

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